The Siberian artist Vladimir Kartashov (Novosibirsk, 1997) insightfully approaches to the typical dilemmas of the modern society, the hybrid cultural heterogeneity and the chimerical notion of relational goods to explore today’s challenging human condition. Encompassing realism, surrealism, magical realism, symbolism, existentialism and spiritual reflection, artist’s aesthetic sensitivity is shaping the emotions and human experiences without ever casting aside the neuralgic issue of the self.
An opulent and vibrant colour palette allows Kartashov to create bold contrasts through juxtapositions of hues. He uses colour as a tool for creating riveting atmospheres and evoking emotions. Pushing their own boundaries, his canvases, with the thick layers of paint, enhance their physicality, emphasize their physical presence and confer a three-dimensional quality to their surface, contributing to the creation of a personal, but intense and engaging Weltanschauung.
Following György Lukács, Kartashov values the category of particularity in representing social and historical reality: acting as an all-knowing narrator, he blends symbols that narrate and explore the most complex themes through astonishing visual metaphors. Each narrative, be it allusive or devoid of subtexts, is a union of Eros and Thanatos that tempt to venture into the most intimate and audacious interpretations. Influenced by iconographies and mythologies, artist’s style draws upon collective experiences, other dimensions and the oneirism to balance the realistic and the fantastic. The artist employs symbols referring to the universal themes of life, death, time and spirituality while probing into the human psyche. His paintings convey a wide range of complex feelings, oscillating between introspection, wonder, streams of consciousness and the most procacious irreverence. Vladimir Kartashov transfers to symbolic worlds by combination of elaborate realism and surreal imagination. His paintings take us on a visual journey of discovery into the abysses of human experience. Spellbound’s frescoes are full of exuberant impulses, brim with narcissism, solitude and voyeurism and flaunt their astute vital force in a tempo conducted by a shrewdly up-to-the-minute musicality. Strange objects and everyday items, human protagonists, micro-narratives, emoticons and witches enrich the overall image heralding a plastic surrealism that challenges the conventional rules of perspective and reality. Traversing the post-humanist trajectory, the artist produces enigmatic visions generating pictorial heterotopies similar to the Foucauldian counter-sites: all those “placeless places” or critical mirrors of society understood as scenarios of deviations, contestations or inversions of social conventions. There, the sacred and the profane, the beautiful and the grotesque, the paradisiacal and the infernal coexist in perfect eurhythmy.
In consonance with Gilles Deleuze, characterized by a strong critique of traditional structures of power and knowledge, Vladimir Kartashov in Spellbound suggests alternative trains of reasoning, based on the bliss of eternal creativity, having confidence in the fact that “anyone can read the Ethics if they’re prepared to be swept up in its wind, its fire (2).”
IT
L’artista siberiano Vladimir Kartashov (Novosibirsk, 1997), frapponendosi tra i dilemmi tipici della società odierna, l'eterogeneità ibrida della cultura contemporanea e la chimerica questione dei beni relazionali, esplora temi legati alla millenaria e sempre più complessa condizione umana. Combinando una vivida sensibilità estetica con realismo, surrealismo, realismo magico, simbolismo, esistenzialismo e profonde riflessioni spirituali, cerca di comprendere e plasmare la complessità delle emozioni e delle esperienze umane senza mai trascurare la nevralgica questione del sé. Kartashov utilizza una tavolozza cromatica opulenta e vibrante che genera contrasti audaci mediante l'accostamento di tonalità particolarmente fulgide. Il colore è essenziale per creare atmosfere ammalianti e suscitare emozioni. Spingendosi oltre i propri confini, la sua pittura vivace - applicata in strati spessi per aggiungere profondità e un senso tattile, esaltando la fisicità e creando una superficie tridimensionale - contribuisce alla creazione di una Weltanschauung personale, intensa e coinvolgente.
Alla maniera di György Lukács, sottolineando l'importanza della rappresentazione della realtà sociale e storica attraverso il “particolare”, Kartashov, facendosi narratore onnisciente, integra simboli che raccontano storie o esplorano temi complessi attraverso stupefacenti metafore visive. Ogni narrazione, con o senza sottintesi, unione voluttuosa di Eros e Thanatos, invita lo spettatore a intime e ardite interpretazioni.
Influenzato dall'iconografia, dalla mitologia, dalle esperienze collettive, dalle dimensioni altre e dall'onirismo, bilancia nel suo stile il realistico e il fantastico con simboli che rappresentano temi universali quali la vita, la morte, il tempo e la spiritualità. I suoi dipinti trasmettono emozioni complesse, oscillando dall'introspezione alla meraviglia, dal flusso di coscienza all'irriverenza più invereconda.
Kartashov ci trasporta in mondi simbolici, combinando realismo dettagliato e immaginazione surreale. Le sue opere sono un viaggio visivo ed emotivo alla scoperta degli abissi dell'esperienza umana. Tutti questi affreschi, colmi di impulsi briosi, traboccanti di narcisismo, solitudine e voyeurismo, sono contraddistinti da un élan vital allegorico, auto-rigenerativo e finemente acuto, scandito da una musicalità roboante e sagacemente à la page.
Scene voluttuose, popolate da oggetti strani e quotidiani, soggetti umani, micro-narrazioni, emoticon e streghe locupletano le immagini che, a loro volta, preannunciano un inedito surrealismo pronto a sfidare le leggi convenzionali della prospettiva e della realtà.
Il risultato dell’attraversamento della traiettoria post-umanista è un insieme di visioni enigmatiche che generano nuove eterotropie pittoriche – analoghe ai "contro-spazi" foucaultiani, tutti quei non-luoghi o specchi critici della società intesi come scenari di deviazione, contestazione o inversione delle norme - in cui convivono euritmicamente il sacro e il profano, il bello e il grottesco, il paradisiaco e l'infernale.
Fedelissimo al pensiero di Gilles Deleuze, caratterizzato da una forte critica delle strutture tradizionali di potere e di conoscenza, Vladimir Kartashov con “Spellbound” suggerisce correnti alternative di pensiero basate sulla beatitudine della creatività eterna, dando per assodato che «[…] chiunque può leggere l'Etica (1), purché si lasci sufficientemente trasportare dal suo vento, dal suo fuoco (2)»